Inaugurati un nuovo acceleratore nucleare e un nuovo tomografo computerizzato-simulatore
Inaugurate due nuove grandi macchine per l’unità di radioterapia dell’Istituto Tumori di Bari. Si tratta di un tomografo computerizzato-simulatore e di un acceleratore lineare: il primo permette di identificare la sede anatomica da trattare, il secondo permette di eseguire i trattamenti di radioterapia, dopo aver acquisito le immagini provenienti dal tc su cui si predispongono i piani di trattamento.
I due nuovi apparecchi sono stati acquistati con fondi PNNR, per un investimento complessivo di 2 milioni e 800 mila euro. Entrambe le macchine hanno sostituito gli apparecchi precedentemente in uso. I lavori di sostituzione sono partiti a giugno 2024 e, in meno di sei mesi, sono stati completati gli interventi di adeguamento degli ambienti, installazione, collaudo, messa a punto della disimetria da parte dei fisici, formazione del personale e trattamento dei primi pazienti.
Al momento, nell’unità operativa di radioterapia dell’Istituto sono in funzione due tc-simulatori e due acceleratori lineari che, si stima, permetteranno di trattare fino a mille pazienti l’anno.
Il nuovo tc-simulatore è dotato di una telecamera per il posizionamento automatico del paziente per una migliore geometria del fascio di particelle e, grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, consente di ottimizzare la dose radiogena e la qualità dell’immagine evitando errori. Il nuovo acceleratore lineare, utilizzato a livello mondiale nei migliori centri radioterapici, è capace di trattare tumori in qualsiasi parte del corpo, sia quelli situati in profondità, sia quelli più superficiali, sia di piccole e piccolissime dimensioni, che quelli di grandi dimensioni, con eccezionale velocità e accuratezza. Il nuovo sistema consente quindi trattamenti molto più veloci, con un risparmio di tempo che va dal 40% al 140%. Ogni seduta dura, in media, fra i 2 e i 3 minuti. I due nuovi macchinari sono integrati fra loro e sono dotati di un sistema 4D che consente di monitorare il respiro del paziente, così da ridurre al minimo l’impatto degli errori di individuazione e di posizionamento del tumore dovuti ai movimenti del ciclo respiratorio.